Adam Ondra, il fuoriclasse delle falesie
Con le sue imprese di arrampicatore Adam Ondra si è imposto negli ultimi quindici anni fra i protagonisti di questo sport. I suoi progetti di arrampicata, fra cui quello di Silence nella falesia di Flatanger, in Norvegia, lo hanno fatto diventare una vera e propria leggenda capace di conquistare gli appassionati di tutto il mondo. Ad attenderlo, dopo l’esperienza olimpica di Tokio 2020, la sfida di Parigi 2024. Per lui stamattina, nella giornata conclusiva del Festival dello Sport, vi erano anche tantissimi giovani che lo hanno accolto con grandissimo entusiasmo fra foto ed autografi.
9 ottobre 2021
Proprio dai Giochi Olimpici in Giappone ha preso le mosse l’incontro condotto dal giornalista della Gazzetta dello Sport Simone Battaggia. “Per me le Olimpiadi – ha detto il climber della Repubblica Ceca – era un sogno fin da bambino quindi è stata davvero una grande emozione trovarmi a Tokyo e conoscere atleti di tutto il mondo e di ogni disciplina sportiva”. Purtroppo la formula di questa competizione olimpica non non ha permesso al fuoriclasse ceco di ottenere un grande risultato: “La gara di arrampicata sportiva ha intrecciato le tre discipline, difficoltà (lead), boulder e velocità (speed). Quest’ultima purtroppo non è nelle mie corde, non mi è mai piaciuta, e quindi li ho consumato tante energie. Così per i paradossi dello sport sono andato meglio in velocità che nelle altre due categorie. Nessuna competizione mi ha mai motivato come quella di Tokyo con due anni di intensi allenamenti che mi hanno prostrato mentalmente e fisicamente”.
Adam Ondra, nato a Brno nel 1993, adesso ha nel mirino Parigi dove vuole prendersi quelle soddisfazioni mancate in Giappone: “Nel 2024 il formato sarà diverso, e quindi affronterò la gara con un altro spirito vedrà di essere più ponto soprattutto mentalmente. Io sono un arrampicatore su roccia ma mi divertono anche le gare è bello competere e confrontarsi in questi contesti agonistici con altri atleti”.
Adam Ondra ha un rapporto particolare con il Trentino, terra che ospita il Festival dello Sport e dove si è sposato proprio a settembre: “Gli spazi attorno ad Arco, come quella della falesia di Massone – ha raccontato – per me sono imprescindibili e in quella zona starò ora i prossimi cinque mesi per provare vie nuove insieme all’arrampicatore torinese Stefano Ghisolfi”.
Il nome di Adam Ondra si lega anche alla nuova via “Project Hard” nell’ambito del progetto “Silence”, che nessuno dal settembre 2017 ad oggi è riuscito a ripetere, senza dimenticare le quattro vittorie del premio Salewa Rock Award una sorta di "Oscar dell'arrampicata" anche per la sua: “Capacità di alzare continuamente il livello dell'arrampicata superando se stesso e facendo sognare tutti i climbers".
Adam Ondra ha ricordato come fra i suoi miti ci sia anche Maurizio Zanolla, alias Manolo, con parole di grande ammirazione per i climbers che hanno aperto vie “impossibili” nel passato, non ha nascosto i suoi timori per le arrampicate in “free solo”, ovvero in solitaria senza assicurazione, da lui considerate troppo pericolose e rivelato che fra i suoi prossimi obiettivi c’è la via Perfect Mundo in Catalogna.
@ Ufficio Stampa PAT
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