Bebe Vio e Castrogiovanni, un'amicizia profonda che supera tutti gli ostacoli
I due ospiti dell'ultimo appuntamento del Festival dello Sport, grandissimi amici e spesso insieme per diverse progettualità, hanno condiviso ricordi, emozioni e momenti di divertimento all'Auditorium Santa Chiara di Trento. Bebe Vio ha raccontato come è nata la propria Academy, rivolta sia a bambini normodotati che a quelli con problemi fisici: "Il mio grande sogno fin da bambina" ha spiegato. Martin Castrogiovanni invece ha sottolineato la naturalezza con cui Vio si definisce fortunata: "È bello che tu lo dica con semplicità - ha spiegato, - perchè può essere d'ispirazione". Il rugbista italiano ha poi spiegato l'importanza della sua personale scuola sportiva, in cui giovani giocatori possono diventare uomini con valori importanti.
25 settembre 2022
Risate, divertimento, scherzi. Ma anche temi importanti: la creazione della cultura della disabilità, presentandola ai bambini come una cosa da cui imparare e far sì che venga vissuta al pari delle attività per normodotati, ma anche l'inclusività, sulla quale Bebe Vio e Martin Castrogiovanni puntano in modo forte e con convinzione.
Il rapporto tra i due è veramente speciale e ormai insieme condividono tantissimi ricordi. Entrambi hanno fondato un'Academy per aiutare i ragazzi con disabilità: quella di Bebe segue l'andamento dell'anno scolastico, da settembre a dicembre e da gennaio a giugno, per due volte a settimana; quella di Martin invece si basa ovviamente sul gioco del rugby, stimolando i giovani a vivere uno sport che fa del gruppo, della squadra e della condivisione i suoi valori portanti.
"Ho sempre avuto un sogno da bambino: volevo cambiare il mondo, e forse adesso è tardi" ha spiegato il rugbista italiano, "ma oggi ho capito che chi può farlo davvero sono i giovani che stiamo aiutando".
"Con Bebe ho un rapporto speciale - ha aggiunto Castrogiovanni. - A casa ho un contenitore e, quando esprimo un desiderio, lo scrivo e lo inserisco al suo interno: uno di questi era la vittoria di Bebe alle Olimpiadi di Tokyo. Un sogno che si è realizzato. Ed è stata lei ad ispirarmi: quando ho visto tutto quello che ha fatto mi sono voluto mettere in gioco. Voglio che i bambini si godano la loro giovane età, poi avranno tempo di fare gli uomini".
Bebe, dal canto suo, ha raccontato come le è venuta l'idea dell'Academy: "È sempre stata il mio sogno, volevo creare un ambiente in cui altre persone si sentissero liberi ed a loro agio come è stato per me".
"Oggi ci sono trenta ragazzi, 15 normodotati ed altrettanti con disabilità - ha aggiunto la campionessa paralimpica di scherma, - ma la cosa più bella è vederli giocare con semplicità, insieme. Quando abbiamo detto loro che, dopo il primo, ci sarebbe stato un secondo anno, alcuni si sono commossi. Un momento bellissimo, l'idea è stata fin dall'inizio quella di unire questi ragazzi, buttare una palla in campo e vedere semplicemente il risultato finale, in cui ognuno ha capito come includere gli altri".
Sullo sfondo, le foto e i video dei momenti più divertenti della loro amicizia, tra barbecue, serate al mare, la vita in campagna di Martin, partite di burraco, animali domestici e foto bizzarre. Ma anche qualche confessione particolare, come la paura delle scale mobili di Bebe, che Martin non ha mancato di prendere in giro. Il pubblico dell'Auditorium Santa Chiara ha assistito divertito agli scambi di battute dei due, che hanno messo in mostra tutto il loro profondo legame d'amicizia.
@ Nicola ECCHER - Archivio ufficio stampa Provincia autonoma di Trento
@ FOTO Nicola, ECCHER Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento
@ FOTO Nicola, ECCHER Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento
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